P.A.C. = Politica Assai Contestata

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La politica agricola dell’Unione Europea, fino a ieri ignorata dalla maggior parte dei cittadini, assurge agli onori della cronaca sottoponendosi a un processo mediatico senza precedenti. Tra le accuse che le vengono rivolte dagli agricoltori vi è l’imposizione di lasciare incolta una parte dei terreni di cui dispongono le loro aziende. Di primo acchito un simile provvedimento sembrerebbe allontanarsi dall’obiettivo storico, ma sempre attuale, di migliorare l’efficienza del comparto, tanto più in un momento in cui i prezzi di mercato faticano a compensare i costi di produzione. Stare alla finestra a guardare il proprio orto che si infesta non è certo una prospettiva stimolante, ma la ragione di un simile provvedimento va analizzata in un’ottica più ampia.

 

La presenza di una riserva naturale, pur piccola, in cui si dia spazio alla vegetazione spontanea salvaguarda la biodiversità. Di per sé, il fatto che su un appezzamento si debbano lasciar crescere essenze di alcun valore economico parrebbe un esercizio fine a se stesso. Lo scopo è quello di aumentare la disponibilità di fioriture a favore degli insetti che, bottinando il nettare, trasportano il polline da un fiore all’altro. Il fatto che l’ape sia il più autorevole rappresentante degli impollinatori non deve far pensare che un simile provvedimento nasca dalla lobby dei produttori di miele. Tutelare la fauna entomofila significa assicurare la riproduzione ai vegetali che a essa si affidano a tale scopo, tra cui le piante da frutto e, più in generale, tutte le essenze che portino un fiore appariscente. La lobby, se mai esistesse, sarebbe dunque quella dei frutticultori, dei consumatori e di tutti coloro cha ritengono importante portare in tavola piatti diversi e far scorrere panorami diversi dai vetri delle loro auto; in poche parole, tutta la società.

 

Anche gli agricoltori che allevano la Razza Piemontese sarebbero tenuti a osservare questo eventuale obbligo, ma il loro contributo alla tutela dell’ambiente è già ampiamente saldato. Quasi la metà della superficie delle loro aziende è occupata da prati stabili o da pascoli, insuperabili tutori della biodiversità sia vegetale sia animale. Ma un prato ben condotto non è solo questo: garantisce una copertura costante del terreno in tutte le stagioni, difendendolo dall’erosione; non richiede alcun trattamento al di fuori della concimazione, garantisce un contributo paesaggistico fondamentale e, in montagna, assicura un ancoraggio alla neve scongiurando le slavine. Senza contare il supporto logistico alla merenda di Pasquetta, rigorosamente a base di salumi realizzati con la carne di razza Piemontese.

 

Coalvi – Consorzio di tutela della Razza Piemontese
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