Le prime parole del neo-Ministro per la Transizione Ecologica sembrano deludenti

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Che esistessero i virologi era cosa nota, ma che fossero così numerosi ce ne siamo accorti soltanto adesso, vedendone gemmare in ogni dove. Messi tutti insieme, rappresentano una comunità scientifica che raccoglie dati, li confronta, li discute e talora non giunge a conclusioni unanimi. Potrà sembrare strano, ma è proprio con la discussione che la scienza si evolve e con essa la società che la ospita: l’importante è che la politica, che della società dovrebbe essere autorevole guida, si limiti ad assecondarla senza intromettersi nel dibattito e assuma con cautela le sole posizioni su cui vi siano ragionevoli certezze.

 

Lo sa bene l’attuale Ministro della Salute che, a costo di sembrare banale e ripetitivo, si limita a invitare i cittadini a non abbassare la guardia di fronte alla pandemia. Un invito che suona come quello di guidare con prudenza da parte del Ministro dei Trasporti: non c’è rischio di errore e il contraddittorio non fa paura.

 

Anche coloro che vorrebbero un’Italia più “green” sono in tanti, discutono e si confrontano, sebbene su basi talora oniriche più che scientifiche. Il dicastero che da alcuni giorni li rappresenta e dovrà occuparsi della salute del Paese dovrebbe comportarsi come quello che si occupa della salute dei suoi abitanti: con prudenza. Tanto più che quello dell’ambiente è un argomento interdisciplinare per cui tutti si sentono legittimati a esprimere il proprio parere.

 

Roberto Cingolani, neo-eletto Ministro del neonato Ministero per la Transizione Ecologica, forse tradito dall’emozione delle sue prime uscite con la sua nuova veste, ha sposato pubblicamente un’opinione scientificamente fragile, ma certamente politicamente azzardata, per non dire sbagliata.

 

Nel suo intervento alla “Conferenza Preparatoria della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile” ha invitato a mangiare meno carne perché troppa fa male e nel produrla si inquina troppo. Forse non sa ancora che i consumi di carne bovina in Italia, 17 kg all’anno, sono i più bassi di tutta la Comunità Europea e un niente se paragonati a quelli americani. Forse, in nome della Patria, voleva dire che bisogna mangiare meno carne proveniente dall’estero e preferire quella italiana, perché in Italia ci sono delle razze autoctone di grande pregio, tra cui il nostro Fassone di Razza Piemontese, allevate in modo sostenibile e il fatto di averle a pochi passi da casa riduce i trasporti e le relative ricadute ambientali, oltre ad occupare migliaia di famiglie con uno stretto legame con il territorio.

 

Se abbiamo male interpretato le sue parole non ci resta che porgere le nostre scuse, ma a sostegno di questo atto di clemenza non aiuta quello che ha detto dopo: «… a parità di quantità la proteina animale richiede sei volte l’acqua della proteina vegetale…». Qui non ci sono dubbi: voleva dire proprio quello, altrimenti si sarebbe limitato a esporre il concetto, senza quantificarlo.

 

A parte i numeri, che stentano a trovare conferma in letteratura, il concetto in sé mette in imbarazzo perché denuncia superficialità sulla differenza tra le proteine animali e quelle vegetali, tale per cui chi rinuncia alle prime deve dosare con cura ciò che mangia se non vuole incappare in dannose carenze organiche. Senza contare la mancanza di rispetto verso chi sa trasformare l’erba in bistecche: una specie di miracolo economico che va avanti da millenni senza il supporto di alcun Ministero.

 

Se vogliamo ricondurre il Ministro su una linea di pensiero diversa, possiamo tentare di farlo con la fantasia, che ci auguriamo gli sia più fervida della biochimica. Un mondo senza zootecnia potrebbe anche esistere, ma il paesaggio non sarebbe quello che vediamo oggi per un motivo banale: senza gli animali che mangiano il fieno, i prati non avrebbero motivo di essere curati e con essi si perderebbe l’enorme biodiversità di cui sono custodi, condannandoci a serate estive senza grilli, rimpiangendo amaramente quella cultura contadina ancora custode di valori importanti, tra cui il rispetto, ma che è ormai stufa di sopportare continui ingiustificati attacchi.

 

Passino quelli di Bill Gates, ma non quelli di un Ministro dell’italico stivale.